Chi me lo fa fare?

Ho conosciuto due categorie di persone in questi anni di battaglie, finalizzate a migliorare la vita degli esseri umani.

La prima categoria sfrutta semplicemente per fini personali le lacune, le paure e le fragilità di chi li segue, non solo in termini commerciali, ma anche solo per il piacere di essere famoso e popolare.

La seconda categoria invece lo fa veramente per altruismo, e un elemento che li contraddistingue è che, proprio perché non hanno secondi fini, arriva sempre un momento fatidico in cui si chiedono: ma a me, chi me lo fa fare?

Nel vedere che quelle stesse persone che vorrebbe aiutare non hanno la minima capacità di distinguere un avvoltoio da un’aquila, uno sciacallo da un cane pastore e una iena da un gattino siamese, o addirittura attaccano chi cerca di difenderli veramente, ebbene, in tutti coloro che considero veramente onesti e guidati da uno scopo benefico è prima o poi venuto un momento di delusione e schifo per il genere umano.

Momento che magari passa dopo 5 minuti, 5 giorni o 5 mesi, ma che inevitabilmente accomuna chi fa qualcosa per risvegliare i dormienti, per puro e vero altruismo.

Se non si supera questa fase si rischia di trasformarsi in esseri cinici, e di pensarla come un mio noto collega del mondo della formazione, che placidamente un giorno mi ha detto: 

Per un po’ ho provato anche io a spiegare alle persone concetti elevati, che li aiutassero a vivere fuori dalla schiavitù. Ma poi un giorno ho capito che è più facile metterglielo in c..o che in testa. Meglio sfruttare le persone che tentare di salvarle.

Quei pochi che rimangono integri, nonostante l’ingratitudine e la stupidità della maggior parte degli umani, sono senza dubbio i veri eroi moderni. 

A loro va tutta la mia stima.