UN ANNO VELOCE.
È ormai terminato il mio anno sabbatico.
Quando ho deciso di prendermelo mi sembrava un periodo lunghissimo, quasi eccessivo.
Temevo persino di annoiarmi un po’, senza le frenesie delle abitudini quotidiane.
Ed invece è volato.
Quando mi chiedete “cosa hai fatto in tutto questo tempo?” non so mai se mettermi davvero a raccontare tutto, perché ci vorrebbero delle ore. Allora sintetizzo, come farò adesso.
Ho viaggiato. Per periodi più o meno lunghi. L’esperienza più intensa è stata sicuramente quella di un mese in India, che non mi sarei potuto permettere con i ritmi lavorativi normali. Un viaggio di questo tipo esce dalla dinamica del turismo e diventa qualcosa di più impattante, che inevitabilmente ti cambia dentro, in maniera permanente. La durata è un fattore fondamentale, perché io ci metto un po’ ad entrare nel giusto “mood”. Mi serve almeno una settimana di ambientamento. Quindi la classica vacanza di 7 giorni per me diventa piuttosto frustrante, perché devo tornare a casa nel momento in cui inizio a goderne i primi benefici.
Nel frattempo ho scritto un libro.
Non avrei mai trovato le energie per farlo, se fossi stato immerso nelle attività quotidiane.
Ci ho messo tanto tempo a scriverlo, perché non ero mai soddisfatto del risultato finale. Volevo qualcosa che rimanesse nel tempo, che aiutasse tutti coloro che sentono un disagio tra ciò che sono e ciò che fanno. Accompagnandoli a comprendere come cambiare ciò che ormai non collima più nella loro vita. Ed il risultato è sintetizzato nel suo titolo “Cosa non farò da grande”. Sebbene il vero titolo sarebbe dovuto essere “La vita è troppo breve per fare un lavoro di M***a”.
Infine mi sono dedicato a me stesso. Al riposo. Alla quiete. Alla noia. Sembrano niente, ma al giorno d’oggi sono il vero lusso.
Quei silenzi lunghi non interrotti da telefonate o messaggini. Quella sensazione strana che si ha nello svegliarsi la mattina senza nessun impegno.
Non ero più abituato. All’inizio mi sembrava persino innaturale. E sbagliato.
Poi capisci che dovrebbe essere la normale condizione dell’essere umano, se non ci avessero inculcato tutte quelle schifezze legate al capitalismo e alla religione, di origine tipicamente calvinista (capirai se Dio ti ama in base al successo economico che avrai).
Nel frattempo ho fatto tanto altro, ma come dicevo all’inizio questa è la sintesi estrema di un intero anno.
E adesso?
Riprendere ha il suo fascino. Ho tutte le idee che mi sono venute in mente da realizzare, ma con uno spirito diverso. Di sicuro senza più frenesia ed ansia da prestazione.
Diventerò ancora più selettivo nella scelta dei clienti, voglio solo persone che condividano spontaneamente determinati valori. Non ho voglia di convincere nessuno.
Se hai già un spirito Sovversivo ti voglio nella mia vita, altrimenti meglio evitarci entrambi la fatica di sopportarci.
Per questo nella home page del nuovo sito di Imprenditori Sovversivi ho fatto mettere un chatbot che ti domanda subito questa cosa: vuoi la solita formazione “normale”? Se rispondi di sì ti mando direttamente io con un link dai miei “concorrenti”.
Ci evitiamo in due un sacco di fatica inutile.
Per tutti gli altri invece la notizia (spero buona) è che sono tornato.
A presto!









